The Truffle Hunters: il documentario sui trifulau che ha sfiorato l'Oscar
1 Marzo 2024
Langhe in Vespa

Un omaggio alle Langhe e ai suoi uomini d’oroIl 15 marzo sono state ufficializzate le nomination per gli Oscar. In Langa c’era molta attesa per sapere se “The Truffle Hunters”, il documentario girato tra Langa e Monferrato dai registi statunitensi Michael Dweck and Gregory Kershaw, avesse ottenuto la nomination nella sua categoria.

Purtroppo la prestigiosa nomination non è arrivata, ma poco importa. La Langa, la sua gente e le tradizioni sono ancora al centro di un contenuto che porterà visibilità ad una terra che non smette mai di regalare sorprese. “The Truffle Hunters”, in italiano “I cercatori di tartufo”, aveva già ottenuto lo scorso anno tantissimi riconoscimenti da parte della critica e premi importanti durante festival cinematografici di altissimo livello.

Abbiamo parlato di questo e di cosa significa essere “cercatore di tartufo” insieme ad un “trifulau” giovane come Filippo Rigo, il padrone di Dori, la sua fedele amica e “collega”.La Caccia al tartufo bianco d’Alba celebrata dal cinema americanoThe Truffle Hunters, “I cacciatori di tartufi”, ha già fatto discutere migliaia di addetti ai lavori. Prodotto da Luca Guadagnini, presentato in anteprima mondiale al Sundance Festival 2020, il documentario è interamente girato tra le Langhe e il Monferrato, e racconta di una storia fatta di passione e di amore per la natura, per i cani e per vecchie tradizioni che in Langa si tramandano di padre in figlio.

E’ il racconto di 4 “trifulau”, over ottanta, che celano i segreti sulle loro zone di caccia, e che provano un amore indescrivibile per i loro taboj (parola del dialetto piemontese la cui pronuncia è “tabui” e identifica il fedilissimo cane da tartufo) e la loro terra. E’ la storia di una comunità che vive nel rispetto dei racconti tramandati dai nonni, e che trasmette di generazione in generazione l’arte dell’addestramento dei cani e la conoscenza del bosco. E’ lo spaccato di un modo che sembra lontano, senza cellulari, senza rumore e senza frenesia, che ci farà apprezzare uno stile di vita lento e genuino.La Luna di Dory: quando la passione per la ricerca del tartufo si tramanda tra generazioniPer capire meglio questo fantastico mondo dei cercatori di tartufi e dei cani da tartufo, abbiamo intervistato Filippo Rigo, che nel 2019 insieme alla sua compagna crea la pagina Facebook “La Luna di Dory”, dedicandola alla sua amatissima bracco francese di 4 anni.

Il progetto nasce con l’intento di promuovere a far scoprire una tradizione millenaria, proponendo dei tour di circa un’ora e mezza. Si parte con una vera e propria lezione sulle piante, sul tubero e sui boschi, poi via alla ricerca del tartufo con merenda nel bosco fino al pranzo alla piemontese, per vivere in pieno una giornata da veri piemontesi.

Filippo, oltre ad essere un trifulao di nuova generazione, ha seguito le orme del nonno, insieme alla sorella Daniela e all’amico Andrea Salatin, fonda nel 2005 Cascina Rabaglio dove si coltivano noccioli e vigne e si produce vino. E’ stato il nonno Giovanni Battista, a insegnare a Filippo tutti segreti per diventare un cercatore di tartufi. Ma partiamo dall’addestramento dei cani.

E’ molto difficile trovare il cane giusto”, racconta Filippo, “la ricerca è un gioco, come trovare una pallina o una persona. All’inizio si nasconde un piccolo tartufo sotto una pietra, poi sempre più in profondità, e ogni volta che il cane trova un tartufo bisogna sempre premiarlo con un bocconcino prelibato. Non è facile la ricerca, perché nel bosco ci sono tantissimi odori che possono confondere il cane, bisogna avere molta pazienza, uscire con lui tante volte senza spazientirsi anche perché il fiuto si affina con la crescita, man mano che diventa più adulto Potenzialmente ogni razza può diventare un cane da tartufo, anche se alcune hanno una predisposizione maggiore”.

Già questo racconto sarebbe sufficiente per farci venire voglia di andare a caccia di tartufi, ma vogliamo qualcosa di più, vogliamo sapere come nascono e come si riconoscono i tartufi.Il tartufo bianco d’Alba, prezioso come un diamanteIl tartufo è una sorta di sentinella del bosco, Filippo infatti ci racconta l’ambiente in cui nasce e si sviluppa: “I tartufi sono dei funghi ipogei, che crescono cioè sotto terra in simbiosi a particolari piante, e in base alla giacitura e al pH del terreno. Appartengono al genere Tuber e alla famiglia degli Ascomiceti. Esistono diverse tipologie di tartufi, macro-suddivisi in tartufi bianchi e neri“. Tra i bianchi ovviamente spicca quello di Alba: “E’ il celebre Tuber magnatum, tra i tartufi neri, invece, troviamo il tartufo estivo (detto anche scorzone, Tuber aestivum, ndr), il Tuber macrosporum, Tuber mesentericum , Tuber brumale e uncinato. Ognuno si differenzia per la stagione di raccolta, la forma, le proprietà olfattive e gustative”. Abbiamo capito che il sapore del tartufo dipende tantissimo dalla flora presente, dal tipo di terreno, dall’umidità.

Filippo ci spiega anche che le piante più affini alla simbiosi sono salici, pioppi e carpini tipici delle zone più umide, invece sui crinali, sulle rocche e nei luoghi esposti a sud e terreni più marnosi troveremo piante del genere quercus (quercia, roverella, rovere, farnia e cerro…). A sentire il suo racconto poco alla volta capiamo come mai il tartufo è così raro e pregiato, in particolare quello bianco d’Alba che è l’unica specie non coltivabile, l’unico spontaneo che risente chiaramente dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, pertanto negli ultimi anni ha iniziato a scarseggiare e ad essere ancora più richiesto.

Concludiamo questo racconto con le parole di Filippo, che meglio di qualsiasi documentario sanno descrivere quello che proveremo anche durante il nostro tour in Vespa alla ricerca del tartufo. “Dobbiamo imparare il rispetto del bosco. Entriamo in un luogo che non è nostro, ma degli animali che ci vivono; dobbiamo essere visitatori educati che non alterano il bellissimo equilibrio del bosco. E’ un sistema dove il silenzio è la parole d’ordine. La caccia al tartufo fa nascere un contatto diverso con quello che ci circonda, scavare con le mani la terra, sentire i profumi. Questo è il vero mistero”.CREDIT FOTO:

http://tickets.thetrufflehuntersmovie.com/ : sito ufficiale del documentario “The Truffle Hunters” – © 2021 SONY PICTURES CLASSICS. ALL RIGHTS RESERVED.

Filippo Rigo – La Luna di Dori: pagina Facebook e sito ufficiale

L’articolo è stato scritto da Barbara Corbisiero

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